L'ULTIMO LEMBO DEL TRICOLORE
Venerdì 17 marzo 2011, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Rete per il 150° “Scusi per l’Italia”, alle ore 18.30, presso la Biblioteca civica, “L’Associazione Culturale “Spazio Teatro” propone il recital-spettacolo “L’Ultimo Lembo del Tricolore” scritto e diretto da Luigi D’andria. “Spazio Teatro – è scritto nella nota dell’autore – ha voluto partecipare a questa giornata di festa, desiderosa di offrire il suo modesto contributo per ricordare tutti gli eroi del Risorgimento italiano, europeo, mondiale, inteso come liberazione dalle oppressioni, perché senza il loro sacrificio probabilmente, la nostra vita e quella di tutto il genere umano, non sarebbe stata la stessa.
L’ultimo lembo del tricolore, la nostra bandiera, vuole essere un omaggio alla nostra terra, a cui apparteniamo per civiltà, identità culturale, comune sentire. Tenendo comunque fermi i principi del rispetto dei valori della cittadinanza, che si rafforzano nella tradizione, nella lingua, nelle origini.
L’ultimo lembo del tricolore vuol significare, sentirci vicino all’ultimo metro di terra della nostra amata penisola, sulle cime delle Alpi o sulla scogliera di Pantelleria, sulla sabbia bollente di Santa Maria di Leuca o alla sorgente del fiume Po.
L’ultimo lembo potrebbe essere il sud, ma anche il nord, l’est come l’ovest, tutti appartenendo alla stessa linea di confine, tracciata col sangue dei nostri eroi. L’ultimo lembo del tricolore vuole significare - scrive D’Andria - anche un tributo in onore di tutti quei giovani, donne e uomini, di ogni classe sociale, letterati ed analfabeti, che molte volte la storia dimentica di citare, che pur combattendo al fianco o all’ombra dei più illustri e famosi, hanno sicuramente meritato di conquistarsi a pieno titolo quell’ultimo lembo del tricolore.
Alle nuove generazioni, a quegli strani schiamazzi che si odono in alcuni lembi di terra della nostra nazione, vorremmo ricordare il grande contributo dato dalla cultura e dall’arte, la nostra eterna ricchezza, scrittori, musicisti, poeti, per la nascita della nostra nazione.
A costoro vogliamo ricordare che appartengono ad una stirpe antica, che sono figli di quella civiltà evoluta sviluppatasi nel profondo Mediterraneo, che i loro padri furono Virgilio, Dante, Manzoni, per citarne solo alcuni, che per il loro pensiero dettero lustro. Onori, sapienza alla nostra patria.
Quello che hanno lasciato è a disposizione di tutti, chi non vuol cogliere il loro seme, lo fa per manifesta ignoranza… come quei barbari che per secoli devastarono la nostra terra, le nostre menti, il nostro cuore! Quando era un sogno veder sventolare la bandiera tricolore!
Nessun futuro può essere immaginato né costruito senza il ricordo del passato”