IL CASO SAHARAWI

Venerdì, 12 novembre 2010 alle ore 17.30, la biblioteca civica ospita l’Associazione Salam e il gruppo musicale : “Estellas Seguia el Hamra” per un incontro pubblico sulle condizioni di vita presso i campi profughi Saharawi in Algeria.

Vi partecipano il Sindaco, Angelo Miccoli, l’assessore alla cultura, Gabriela De Pace, il presidente dell’Associazione Marathon Club e presidente della consulta comunale delle associazioni, Angelo Fasanella, il presidente dell’Associazione Salam, Simona Fernandez.

Una serata di conoscenza e di solidarietà per un popolo che da più di trent’anni vive esiliato nei campi profughi in Algeria e che rivendica riscatto. L’associazione non governativa Salam sostiene il popolo Saharawi mediante alcuni progetti che si autofinanziano e che forniscono la possibilità agli esuli, specie ai più giovani di non dimenticare le proprie origini, le proprie tradizioni, la condizione di popolo. Progetti con la finalità di rendere più dignitosa la loro condizione di povertà, assistita solo dagli aiuti umanitari, attraverso l’opportunità di trasformare in lavoro le abilità, la cultura e le propensioni.

In biblioteca ci sarà la testimonianza reale di cosa è successo in uno dei campi Saharawi . L’associazione ha infatti realizzato un laboratorio musicale attrezzato per permettere ai più giovani di coltivare la musica tradizionale. “La creazione del laboratorio - ci dice la dott.ssa Fernandez - ha infatti la funzione fondamentale educativa e tecnica della riscoperta delle tradizioni Saharawi che a causa delle condizioni di vita ostili e fuori da ogni contesto culturalmente affine alla loro storia, rischia di far perdere di vista le tradizioni storiche, formando persone sempre più vicine a usi e costumi occidentali e non più capaci di pensare e di vivere Saharawi”. E sono stati proprio i più giovani a chiedere aiuto all’associazione che si è prodigata per organizzare il laboratorio con strumenti musicali, spartiti e quant’altro avrebbe potuto essere utile a trasferire in forma scritta e registrata i canti e le musiche trasmesse fino ad oggi solo in forma orale, da padre in figlio.

Un anelito di libertà anche la possibilità per questi giovani, che hanno fondato un gruppo musicale, di far conoscere la loro musica e la loro problematica nel resto del mondo.

L’associazione ha organizzato numerose serate Saharawi in Italia, il 12 novembre questa testimonianza giunge a Statte anche per dare un seguito a quanto l’associazione Marathon Club ha realizzato nelle due ultime maratone, premiando tutti i partecipanti con le medaglie create dai profughi ( modello esemplare di riciclaggio e di arte). “ Il progetto delle medaglie, all’inizio finanziato dall’Università , oggi si autofinanzia proprio grazie alla grande richiesta di medaglie in tutto il mondo. E’ un traguardo importante - ci dice il presidente dell’associazione Salam- ma ancora siamo il tramite di questa attività quasi imprenditoriale”.

Per quanto riguarda questo nuovo progetto, mirato a non disperdere la tradizione e le origini del popolo Saharawi, il passaggio successivo dovrebbe essere quello di trasformare il laboratorio musicale in una vera e propria scuola di musica. Tutti possiamo contribuire al raggiungimento di questo traguardo ossia partecipare ad istituire un centro culturale dove i giovani, e in particolar modo le persone disabili, possano condividere il loro tempo e cercare di portare il loro messaggio fuori dal campo.

Prossimo appuntamento con la cultura del deserto, a Taranto, in città vecchia, Sabato 13 novembre, alle ore 21.00 in via Paisiello, presso la sede del Comitato di Quartiere.